Storia 1970 - 1980
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Storia 1970 - 1980
Apogeo e crisi del bipolarismo
Durante gli anni ’70 ci furono trasformazioni economiche e sociali, ma anche delle ideologie e della cultura politica, che portarono negli anni ’80 al collasso improvviso di una delle due potenze post belliche: l’Unione Sovietica..
Negli anni ’60 e nei primi dei ’70 la cultura di sinistra era stata cultura egemone; essa riteneva che il sistema economico avesse un’illimitata capacità espansiva e che i processi sociali si potessero controllare con gli strumenti della politica.; queste certezze vennero però meno con lo shock petrolifero e con la crisi economica.
L’Unione Sovietica aveva visto in quegli anni incrinarsi la sua immagine, siaper le denunce degli esuli sulla repressione interna, siaper l’intervento militare in Afghanistan, siaper gli insuccessi in campo economico.
Anche altri regimi rivoluzionari persero il loro prestigio: quello cinese, quello cambogiano.
Il modello del Welfare State, proposto dalla sinistra riformista, cominciò a mostrare delle difficoltà: i costi dei servizi sociali erano sempre più onerosi, quindi i governi dovevano aumentare la pressione fiscale; ciò suscitò nell’opinione pubblica critiche contro lo Stato assistenziale, ed un ritorno in auge delle dottrine liberiste e del monetarismo (intervento statale soloper controllare l’emissione e la circolazione della moneta).
Esponenti con programmi liberisti vennero eletti in Gran Bretagna, la Thatcher, e negli Usa, con il presidente Reagan.
In Italia si usò il termine di “grande riflusso”per indicare la caduta dei progetti di trasformazione politica e sociale.
Si giunse ad un calo di fiducie nelle ideologie e nella militanza politicaper vari motivi: la riscoperta di gerarchie e valori tradizionali come la nazione, l’etnia, la religione; la ricerca di nuove forme di mobilitazione più legate ai temi della vita quotidiana.
La caduta della tensione politica penalizzò gli estremisti dei movimenti rivoluzionari che praticavano la lotta armata; essi divennero meno controllabili ed esasperati; in alcuni paesi dell’Europa occidentale esplose così il terrorismo politico→ attuato da piccoli gruppi clandestini militarizzati (Brigate Rosse in Italia…), ispirati da una versione estremizzata del marxismo-leninismo, che colpivano personaggi e istituzioni che si identificavano con il sistema da abbattere. QUESti gruppi, diffusi in Italia e Germania, furono sconfitti prima politicamente, in quanto non riuscirono a mobilitare la classe operaia, poi con l’arresto di molti dei loro componenti.
Il terrorismo internazionale però non scomparve; una loro azione fu l’attentato al papa nel 1981, da parte di un turco di estrema destra.
La difficile unità dell’Europa occidentale
1973: crisi pertolifera→ difficoltà economiche e importanti mutamenti politici.
Tutti i paesi della CEE vengono colpiti dal rincaro dei prezzi del petrolio, ad eccezione della Gran Bretagna, e devono affrontare il declino di settori industriali come il siderurgico e il minerario.
Le tensioni sociali vengono inasprite.
1979: istituzione del Sistema monetario europeo (SME) → sistema di cambi fissi fra le singole monete nazionali; non è sufficiente però per coordinare in modo efficace le varie politiche economiche.
L’Europa occidentale perse terreno rispetto agli Stati Uniti ed al Giappone ed accentuò la dipendenza militare dagli Usa.
Gran Bretagna:
1979: conservatori al governo con la Thatcher; con un intransigente liberismo attaccò il potere delle Trade Unions, mise in discussione i fondamenti del Welfare State e privatizzo settori importanti dell’industria pubblica. I conservatori ottennero la maggioranza anche nell’83 e nell’87.
1990: la Thatcher deve lasciare la guida dell’esecutivo in seguito alla ribellione del suo stesso partito.
Germania:
1983: in Germania federale l’era dei governi socialdemocratici prima con Brandt e poi con Schmidt, si conclude con la rottura dell’alleanza con i liberali e con l’ascesa al governo del cristiano-democratico Helmut Kohl.
Francia:
1981: alle elezioni si impone l’unione delle sinistre con il socialista Mitterrand. I socialisti, a causa delle difficoltà economiche, adottano una serie di misure restrittive.
1988: secondo mandato presidenziale di Mitterrand.
1993: sconfitta ad opera della coalizione moderata.
Portogallo:
1974: i militari danno vita ad un colpo di stato; il potere viene poi assunto da un gruppo di ufficiali di sinistra appoggiati dal partito comunista.
1975: i militari più radicali vengono emarginati; si instaura un regime parlamentare e pluripartitico, con l’alternanza al potere dei socialisti di Soares e di gruppi moderati di centro destra.
Grecia:
1967: i militari con un colpo di stato rovesciano il regime liberale ed attuano una dura repressione contro l’opposizione democratica.
1974: la dittatura dei colonnelli finisce dopo l’esito disastroso di un’azione per ottenere l’annesione dell’isola di Cipro, che era divisa fra una comunità greca ed una turca→ la Turchia, militarmente più forte, occupa parte della Grecia; i militari devono lasciare il potere ai partiti democratici: la Nuova democrazia di Karamanlis e i socialisti di Papandreu→Fine della monarchia.
Spagna:
Il Re Juan Carlos, al potere dal 1975, pilotò il paese alla democrazia→ legalizzò i partiti ed i sindacati liberi e nel 78 fece approvare una costituzione democratica. La democrazia spagnola si consolidò rapidamente, nonostante le azioni terroristiche dei separatisti baschi.
1982: vittoria elettorale dei socialisti di Gonzales.
La diffusione della democrazia portò all’adesione alla CEE della Grecia nel 1981 e nel 1986 della Spagna e del Portogallo.
Gli Stati Uniti da Nixon a Bush
Anni ’70: negli Stati Uniti crisi del dollaro, sconfitta politico militare in Vietnam e caso Watergate→ 1974: il presidente Nixon è costretto alle dimissioni perché accusato di aver coperto i comportamenti illegali (spionaggio ai danni del partito democratico) di alcuni suoi collaboratori.
1976: capo dello stato il democratico Jimmy Carter, successore del repubblicano Ford; cerca di promuovere una politica fondata sul diritto di autodeterminazione e sulla difesa dei diritti umani nel mondo. Questa politica però era incerta e contribuiva a rendere tesi i rapporti con l’Urss e lasciava spazio ai regimi ostili.
1980: elezione del repubblicano Reagan; presenta un programma liberista in economia e promette una politica estera più dura nei confronti di tutti i nemici dell’America.
Reagan viene confermato alle elezioni dell’84, anche grazie alla ripresa economica→ boom degli anni ’80. Esso fu accompagnato anche da aspetti negativi: alcuni settori industriali e imprese agricole entrarono in crisi perché privati di sussidi governativi; aumentarono le disuguaglianze sociali dopo il taglio delle spese per l’assistenza pubblica.
La strategia di Reagan prevedeva il mantenimento di un alto livello di armamenti, per far valere il peso militare degli Usa, per acquisire potere nei confronti dell’Urss. Appoggiò l’Iniziativa di difesa strategica, un progetto che voleva creare uno scudo elettronico spaziale capace di neutralizzare minacce missilistiche.
La presenza americana nel mondo si concretizzo con il sostegno ai guerriglieri afgani contro l’invasione sovietica, con gli aiuti forniti ai contras del Nicaragua e con la sfida ai regimi integralisti in Medio Oriente, Iran e Libia.
1988: presidenza del repubblicano Bush; riprende l’eredità reaganiana, ma con uno stile più prudente ed equilibrato. In politica interna lottò contro il traffico ed il consumo della droga.
1989: intervento militare a Panama per deporre e arrestare il dittatore Noriega, accusato di legami con i narcotrafficanti.
L’Urss
Anni ’70: Breznev al governo→dinamismo in politica internazionale.
Lo stato sovietico approfittò delle incertezze di leadership in Usaper avvantaggiarsi nella corsa agli armamenti eper allargare la sua influenza in tutti i continenti:
Intervento in Afghanistan→stato situato nell’Asia musulmana in posizione chiaveper il controllo del golfo Persico. Nel 1979 i sovietici,per imporvi un governo fedele alle loro direttive, inviano truppe che devono scontrarsi con i guerriglieri islamici; i sovietici vincono ma ad un duro prezzo.
In politica interna si inasprì la repressione degli intellettuali dissidenti e si accentuarono i tratti burocratico-autoritari del regime.
1975: l’Urss partecipa alla conferenza di Helsinki sulla sicurezza e la cooperazione in Europa e ne sottoscrive gli accordiper garantire il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà politiche fondamentali.
1985: dopo la morte di Breznev sale al governo Gorbacev:
politica economica→perestrojka: segno di interventi nel segno della liberalizzazione,per introdurre elementi di economia di mercato.
Nel 1988 si fa promotore di una nuova costituzione con un limitato pluralismo.
Emersero però movimenti autonomisti o indipendentisti fra le popolazioni non russe all’interno dei confini dell’Urss→ le tre repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia e Lituania) sono le prime a muoversi.; nel 1990 la repubblica russa rivendicò la propria autonomia dal potere federale ede elesse presidente il riformista radicale Eltsin.
Gorbacev avviò un processo di liberalizzazione interna sotto il segno della glasnost, la libertà d’espressione; ciò portò al rilancio del dialogo con l’Occidente. Gorbacev si mostrò disponibile ad avviare un negoziato con Reaganper la trattativa sugli armamenti→ fine dell’incomunicabilità tra Urss e Usa e accordo sulla riduzione degli armamenti missilistici in Europa. Ulteriori accordi sulla riduzione degli armamenti vengono presi anche con Bush.
1989: l’Urss si impegna a ritirare le sue truppe dall’Afghanistan.
1990: Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa a Parigi→ i paesi della Nato e del Patto di Varsavia, insieme alla Germania riunificata, firmano un trattato di non aggressione e di riduzione degli armamenti.
La crisi dell’Europa comunista e la riunificazione tedesca
La crisi del comunismo sovietico aveva portato al crollo dei regimi comunisti imposti all’Europa dell’est dopo la seconda guerra e alla perdita da parte dell’Unione Sovietica del suo dominio.
Polonia:
Tra l’80 e l’81 era sorto e si era affermato un sindacato indipendente, Solidarnosc, guidato da Lech Walesa; il movimento fu protagonista di una serie di scioperi.
1981: il generale Jaruzelski attua un colpo di stato militare, mettendo fuori legge Solidarnosc.
1988: accordi di Danzica→ il capo dello stato si impegna ad una riforma costituzionale.
1989: prime libere elezioni in un paese del blocco comunista→ vittoria dei candidati di Solidarnosc e formazione di un governo di coalizione presieduto da Mazowiecki.
Ungheria:
1989: i nuovi dirigenti comunisti, per avviare un processo riformatore, riabilitano i protagonisti della rivolta del ’56, legalizzano i partiti e indicono libere elezioni.
Inoltre eliminano i controlli polizieschi e le barriere di filo spinato al confine con l’Austria→ breccia nella cortina di ferro.
Migliaia di cittadini della Germania orientale cercano di raggiungere le repubblica federale tedesca; iol regime comunista è messo in crisi e il segretario del partito Honecker è costretto alle dimissioni. I nuovi dirigenti, con l’appoggio di Gorbacev, avviano un processo di riforme interne e liberalizzano la concessione dei visti di uscita.
9 novembre 1989: caduta del muro di Berlino→ i confini tra le due Germanie vengono aperti; cade il simbolo della guerra fredda.
Cecoslovacchia:
dopo una serie di manifestazioni popolari cadde il gruppo dirigente comunista e si avviò un processo di democratizzazione.
Il parlamento elesse come presidente della repubblica Havel.
Romania:
Il mutamento di regime ebbe sviluppi drammatici per la resistenza opposta dalla dittatura di Ceausescu.
Dicembre 1989: la sua dittatura viene abbattuta da un’insurrezione popolare.
Maggio 1990: alle elezioni si afferma il presidente Iliescu, contestato poi dall’opposizione.
1990: prime elezioni libere:
In Ungheria si afferma un partito di centro destra, il Forum democratico, e scompaiono quasi del tutto gli ex comunisti.
In Cecoslovacchia vince una formazione di centro sinistra, il Forum civico di Havel.
In Polonia le nuove elezioni presidenziali vedono la divisione del movimento di Solidarnosc e la guida dello stato in mano a Walesa.
In Jugoslavia si accentuano le spinte centrifughe; in Slovenia e Croazia vincono i partiti autonomisti, in Serbia il neocomunismo nazionalista Milosevich.
In Germania dell’Est vengono puniti tutti i gruppi di sinistra; vincono i cristiano democratici, i quali eliminano la Repubblica democratica tedesca. Il governo Kohl riesce a far assorbire la Germania orientale nelle strutture internazionali ed economiche della repubblica federale tedesca.
Viene firmato un trattato per l’unificazione economica e monetaria→ la Germania torna ad essere uno stato unitario.
Il Medio Oriente
Fu terreno di scontro fra l’Urss, protettrice dell’Egitto, e gli Stati Uniti, schierati con Israele.
1967: Nasser chiude il golfo di Aqaba, vitaleper gli approvvigionamenti israeliani, e stringe un patto militare con la Giordania; gli Israeliani rispondono attaccando l’Egitto, la Giordania e la Siria→ l’Egitto perde la penisola del Sinai, anche la Giordania ha gravi perdite, come la Siria. (“guerra dei 6 giorni”).
I movimenti di resistenza palestinese, riuniti nell’Olp (Organizzazioneper la liberazione della Palestina), si distaccano dalla tutela dei regimi arabi.
1969: l’Olp è guidato da Arafat, che pone le basi dell’organizzazione in Giordania.
1970: settembre nero→ Il re di Giordania Hussein, esposto alle rappresaglie israelianeper gli attentati terroristici dei feddayn (combattenti) palestinesi, mobilita le sue truppe contro di essi e contro i profughi palestinesi, che sono costretti a rifugiarsi in Libano.
Il successore di Nasser in Egitto fu Sadat→ attuò una radicale revisione della politica egiziana;per recuperare il Sinai attaccò gli israeliani nel giorno della loro festa, ma venne respinto.
Gli stati arabi in seguito chiusero il canale di Suez e attuarono un blocco petrolifero contro i paesi occidentali amici di Israele→ crisi mondiale.
Sadat cercò allora di trovare una soluzione politica al conflitto con Israele→1978: accordi di Camp David fra Sadat e il primo ministro israeliano Begin, con la mediazione del presidente americano Carter; l’Egitto riottene il Sinai e stipulò con Israele una trattato di pace.
QUESti negoziati non vennero però avviati a causa dell’opposizione degli stati arabi e dell’Olp; essi assunsero poi posizioni più moderate e si dissero disposti a trattare con Israele e a riconoscerne l’esistenza in cambio del suo ritiro dai territori occupati (Cisgiordania e striscia di Gaza); i dirigenti dello stato ebraico rifiutarono però la trattativa con l’Olp e la creazione di uno Stato palestinese.
1987: i palestinesi dei territori occupati danno vita ad una rivolta (intifada) contro gli occupanti, che reagiscono.
Libano:
Piccolo stato pluriconfessionale dove l’Olp aveva trasferito le sue basi.
1975: guerra civile fra le diverse comunità libanesi.
1982: l’esercito israeliano invade il paeseper scacciarne le basi dell’Olp; Stati Uniti, Francia, Italia e Gran Bretagna inviano in Libano una forza multinazionale di paceper far evacuare i combattenti dell’Olp, la quale è poi costretta a ritirarsi.
Fonte: http://blog.reteluna.it/comunicazionelecce/wp-content/uploads/2009/03/riassunti-storia-contemporanea.doc
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